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Roberto De Meo

Portfolio
Ciao a tutti, io credo che la passione per il modellismo nasca con noi…

Ho iniziato la mia avventura (e mi sembra di non essere il solo) con gli aerei.
Ricordo ancora il primo Spitfire, che dipinsi a pennello, e poi ci fu l’enciclopedia dell’aviazione, che regalava dei modelli dai biplani in poi. Dopo un periodo di passione per il fermodellismo ci fu uno stop per un periodo relativamente lungo.
Verso la metà degli anni ’90 è tornata, anzi, si è riaccesa la fiamma e ho ricominciato, questa volta con i figurini (ma lo sapete che non mi ricordo come mai?), prima con l’Alfa model, poi con la Compagnia del Figurino Storico attuale club ed oggi approdo anche in Gastart. Ho iniziato con la pittura seguendo le dimostrazioni di Stefano Bongarzoni che mi ha fatto apprezzare il medioevo… quanto tempo ho passato a fare prove su prove per dipingere le araldiche!
Con la Compagnia, come Emiliano Iacobacci ho partecipato a diverse tematiche di club, di cui alcune per il Museo della Figurina Storica di Calenzano.

Ora ho ormai abbandonato i pennelli per lo stucco. E’ stato per caso; un giorno ho voluto provare a modificare un pezzo e gli ho scolpito un mantello (prendendo come esempio un pezzo Pegaso scolpito da Pietro Balloni) che mi è venuto praticamente uguale.

Mi ricordo che con lo studio di una nuova tematica (Lanzichenecchi) il mio amico Stefano Castracane mi disse: “Perché non provi a fartelo da solo?” Da quel momento non mi sono più fermato, facendo prove su prove, passando da un tentativo all’altro (quanti mostri ho creato!!) e studiando le opere degli altri scultori, Andrea Jula in primis, senza mai scoraggiarmi.
Al momento il mio “bestseller” è un guerriero samurai che mi è costato molta fatica (circa 7 mesi di lavoro… due o tre ore al giorno, anzi alla sera, visto che riesco a lavorare solo dalle 21.30/22.00 in poi) ma alla fine la soddisfazione del lavoro fatto è stata grande e anche ripagata con un bronzo in master open all’ultimo concorso Le Petit Soldat.
Devo dire che la pittura è bellissima e, tutto sommato, è anche il fine del soldatino, ma la scultura, “creare da zero”, è veramente un’esperienza unica. E’ emozionate e molto gratificante, ma anche molto difficile, dato che oltre a tutto ciò che devi imparare (conoscenza del materiale, anatomia, postura, panneggio ecc…), è sempre uno studio continuo che varia di pezzo in pezzo.

Inoltre, credo che una componente importante e gratificante del mondo del soldatino non sia il soldatino stesso, ma il piacere di fare sempre nuove amicizie e di incontrare gli amici alle gare in Italia e all’estero; scherzare, divertirsi e soprattutto mangiare e bere insieme!!
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